Non è tutto “ROSA” ciò che luccica
Il clima sociale che stiamo vivendo e i fatti esecrabili che hanno portato a diversi episodi di femminicidio ci fanno riflettere su come la considerazione e la situazione femminile sia particolarmente bersagliata da atteggiamenti e mentalità violenti da parte degli uomini.
Prendiamo categoricamente le distanze da tutte quelle situazioni che in qualche modo vogliano giustificare, attenuandoli, atteggiamenti e comportamenti delittuosi che abbiano un epilogo tragico o persecutorio, che possano creare quindi quello stato di disagio che conduca la donna in genere a temere per la propria incolumità sia fisica che psicologica.
Le organizzazioni ONLUS che hanno preso a cuore queste situazioni (Frida, Tutela Donne, Differenza Donna, Donne in Rete Contro la Violenza, Telefono Rosa, e tante altre ancora), garantendo assistenza psicologica e legale a tutte quelle donne che a loro si rivolgono, sono diventate il baluardo protettivo in tutte le sedi legali e non, degli interessi delle donne colpite.
La manifestazione di Roma del 25 novembre 2023 per la grandissima partecipazione di uomini e donne è stata la più chiara testimonianza di quanto il problema oggi sia così tanto percepito e abbia colpito la sensibilità della stragrande maggioranza della gente. Il delitto Cecchetin è l’ennesima riprova che il fenomeno negli ultimi anni non è diminuito ma piuttosto è divenuto sempre più evidente alle cronache italiane.
L’intervento del 25 novembre in TV del Prefetto di Padova dell’Anticrimine Francesco Messina ha però puntualizzato, cifre alla mano, i limiti e le giuste considerazioni da mettere sul tavolo in relazione ai crimini commessi nei confronti delle donne. Non tutti sono omicidi di genere, anzi quest’anno sono addirittura in diminuzione rispetto allo scorso anno e in Italia siamo il paese che ne ha meno in assoluto rispetto ad altri paesi europei. Bisogna quindi pensare che una donna viene uccisa non sempre per un motivo legato al genere ma per mille altre ragioni equiparabili a delitti di varie tipologie (vendetta di un fratello, per pietas, madre che uccide la figlia femmina, etc). Addirittura si stima che gli omicidi a danno di soli uomini siano 3 volte maggiori rispetto a quelli contro le donne e dove chi commette reato in molti casi è donna.
https://www.youtube.com/shorts/J91beA9WyCU
In tutto questo vale la pena però considerare l’attività di tutte quelle organizzazioni ONLUS che si occupano di assistere tutte quelle donne che a vario titolo si rivolgono ad esse. E qui le statistiche parlano chiaro. Il numero istituito per segnalare disagi e violenze nei confronti delle donne, il 1522, nel solo 2020 ha visto raddoppiate le chiamate di circa il 79% rispetto all’anno precedente passando da 8.427 a 15.218 (fonte ministero per le Pari Opportunità). Di queste chiamate la metà circa è riconducibile a violenze fisiche di vario genere e il 50% genericamente imputabili a violenze di carattere psicologico. Per quanto riguarda le fasce d’età solo il 23% delle donne che hanno segnalato il loro caso ha più di 55 anni. Uno strumento che è stato messo a disposizione per questi casi è l’istituzione di “case rifugio” sostenute dalle organizzazioni con il supporto in alcuni casi delle Prefetture locali. Queste case però soffrono di organizzazione e fondi e non sempre è possibile utilizzare al meglio questo tipo di soluzione nonostante le organizzazioni, che sovrintendono al collocamento delle donne colpite, percepiscano un “fee" giornaliero non indifferente per ogni donna ospitata.
Parliamo quindi di un fenomeno importante che non può essere ignorato specie se consideriamo che durante il periodo della pandemia, quando i nuclei familiari erano costretti a convivere per lungo tempo tralasciando le loro attività fuori dalle mura domestiche, è stato registrato un aumento di circa il 75% dei maltrattamenti ai danni delle donne. Le statistiche però ci dicono che nei numeri così alti di chiamate ai centri antiviolenza solo il 54% di esse costituisce una “chiamata valida”, ma spesso questo è un dato ignorato.
Addirittura si rilevano statistiche dove il caso di violenza segnalato tramite chiamata ai centri antiviolenza negli anni è sensibilmente diminuito in valore assoluto restituendo uno spaccato di società che ha, fatti salvi i casi gravi alla ribalta delle cronache, mutato in meglio la gravità di questo fenomeno.
Insomma il fenomeno non può sfuggire all’attenzione dei molti per gravità e diffusione. Bisogna anche rilevare che la violenza nei confronti delle donne, specie di tipo psicologico, non viene tracciata secondo regole precise ma sistematicamente assunta quale dogma senza distinzione alcuna e senza riferimento a contesti sociali, circostanze, stati psicologici pregressi o indagini approfondite sulle personalità delle donne che denunciano tali fatti (alcune hanno dei lunghi trascorsi di cure psichiatriche o psicoterapeutiche per motivi alieni alle cause). Viene perciò inserito in un criterio di valutazione persecutoria “la qualunque” della denuncia presentata perché è ormai prassi mettere sul piatto della bilancia solo i fatti visti da un solo punto di vista. Non tutti i casi di violenza alle donne sono realmente violenze ma spesso costituiscono pretesti per regolare conti in famiglia oppure incidere per mille motivi sulla persona denunciata e fra questi non mancano quelli economici, il coprire nuove relazioni della donna, gelosie patologiche (si veda la sentenza del tribunale di Bergamo del 27-04-2021 che ha assolto l’imputato dal reato di stalking nei confronti della compagna proprio per questo motivo).
Ma non tutte le procure hanno preferito discernere caso per caso dando la giusta valutazione degli eventi. Anzi nella maggior parte dei processi l’imputato che viene accusato di stalking di tipo persecutorio senza evidenze delittuose gravi, viene solitamente dato per spacciato nei tre gradi di giudizio proprio in virtù del fatto che nella logica del calderone ci si finisce a prescindere da cosa uno abbia realmente fatto. In alcuni casi anche le sole dichiarazioni della vittima non provate ma solo riferite, concorrono a costituire il carico accusatorio principale.
Questo il clima che assicura una giusta punizione per i colpevoli veri ma applica lo stesso criterio di giudizio a chi non lo è. Complice di questo clima così esasperato sono anche gli atteggiamenti, nei tribunali e fuori da essi, dei legali di parte sostenuti da queste organizzazioni che solitamente e in presenza di forte concorrenza tra queste, cercano in tutti i modi di ottenere condanne per scopi statistici e perché no per avere maggiori sostegni finanziari. Ad esempio, nella legge di bilancio per il triennio 2021–2023 sono state destinati a queste organizzazioni del terzo settore di cui al D.L.g.s. n. 117/2017, ben 6 milioni di euro il che costituisce sicuramente una “ricca torta” da dividere però fra le ormai troppe organizzazioni presenti.
Il clichè procedurale che i legali incaricati da queste organizzazioni applicano sembra sempre lo stesso: l’uomo è colpevole per aver commesso fatti che a volte nemmeno sarebbe possibile compiere ma rientrando nelle sole dichiarazioni della persona offesa costituiscono prova. E’ un viaggiare “con il vento in poppa” per questi legali che non si devono preoccupare di rintracciare la verità ma solo di amplificare il carico emotivo presso la corte con plateali arringhe in genere “ciclostilate” per tutti i casi.
Si cavalca quindi l’onda finchè è forte e il rovinare un uomo anche a fronte di irrilevanti episodi, che pochi anni fa non avrebbero mai avuto rilievo, oggi diventa comunque “il delitto” in spregio a quelle che potrebbero essere le giuste valutazioni fattuali ed emotive che esistono dietro a denunce del genere. Non sono i casi esecrabili che vogliamo considerare e giustificare dove vi è sempre un evento particolarmente delittuoso ma gli episodi “border line” che di delittuoso hanno ben poco ma che come tali vengono presentati, denunciati e perseguiti.
In tutto questo, il clima relazionale e sociale che si sta instaurando nel paese è diventato aggressivo anche per un semplice confronto dialettico. Si nota sempre di più, complice l’esasperazione emotiva dovuta ad avvenimenti particolarmente gravi, una chiusura totale e un’avversione al dialogo sereno e pacato riguardo quelle che sono le motivazioni che hanno condotto a tutto ciò. L’atteggiamento “talebano” di molti e molte non ammette analisi più ampie se è sempre possibile passare per una condanna diretta e veloce.
A nostro avviso le cause di questa escalation è da ravvisarsi nella sottocultura della nazione e nei condizionamenti delle persone fragili che risentendo dei tempi immaginano di essere le classiche vittime solo perché rientranti nelle regole dettate dal clamore mediatico. Sottocultura, pressione mediatica non costituiscono i soli aspetti per focalizzare il problema se non riusciamo ad identificare le reali cause che possono spesso risiedere nel bagaglio emotivo e psicologico delle vittime non sempre poi cosi "vittime". Il problema rischia di aumentare ed essere evidenziato a prescindere dalla realtà dei fatti. Punire a posteriori senza preoccuparsi di dotare le organizzazioni, quelle serie e non quelle colorate, di strumenti atti ad analizzare le situazioni nella reale dimensione quando queste vengono a loro denunciate, non ci porterà a nulla se non a leggere l’ennesimo fatto di cronaca sui giornali per i casi gravi e constatare l’ennesima persecuzione gratuita a fronte di persone, uomini, che con la “criminalis natura” hanno poco a che fare.
IL CASO
Nel panorama che ci è stato proposto di casi che potremmo definire non particolarmente attinenti alla reale problematica di persecuzione contro le donne ma che come tale è stato disegnato e perseguito, abbiamo scelto quello che vorremmo definire emblematico per come si è svolto.
Situazione classica di una donna sopra i 50 in una lunga relazione con un uomo per oltre 10 anni, ad un certo punto della storia e a fronte di una separazione post convivenza, la donna decide di denunciarlo per stalking quando lo stesso cerca di riprendere il rapporto utilizzando il solo mezzo rimasto a disposizione, messaggi tramite posta elettronica. Per il lungo periodo precedente non vi erano mai stati episodi di violenza certificati anzi sembrerebbe che l’aiuto prestato dall’uomo sia sempre stato continuo, disponibile ed amorevole nei confronti della donna. La natura del loro rapporto ha sempre goduto di grande vicinanza per le cose di tutti i giorni con contorni a volte anche provocatori e stuzzicanti: ci è stato riferito (e dagli atti giudiziari visionati ne abbiamo conferma), di pratiche provocative fatte dalla donna a base di foto autoscattate a sfondo pornografico che la stessa era solita inviare negli anni all’uomo per mantenere vivo e piccante il loro rapporto. La relazione si conclude però principalmente per un atteggiamento di gelosia patologica da parte della donna. Il pregresso della donna non è fra i più sereni: percorsi decennali psichiatrici e psicoterapeutici, realtà familiare al limite del degrado con un padre detenuto per omicidio e una madre che abbandona la figlia poco più che ventenne, nella stessa età abusi da parte del legale che seguiva le vicende del padre e una relazione omosessuale, insomma un background non facile che conduce la donna a farsi supportare da specialisti.
La vicenda ha uno sviluppo particolarmente pesante quando la donna si rivolge ad un centro antiviolenza presentando le sole mail ricevute, alcune della quali certamente non dal tono esorbitante ma mai minacciose o di tono persecutorio. Il momento però per l'uomo è particolarmente pesante: i due sono anche colleghi di lavoro e l’uomo era stato demansionato, aveva ottenuto finalmente la separazione dalla sua ex moglie a fronte delle promesse fatte da parte della donna di riprendere il rapporto. Per lui, poco dopo, un ricovero di 40 giorni circa particolarmente duro in ospedale per covid19 con diversi giorni in terapia intensiva dove lo stesso ha dovuto combattere tra la vita e la morte, periodo nel quale la donna non ha mai avuto un minimo pensiero per lui dopo oltre 10 anni di relazione. Uscito dal nosocomio l’uomo cerca di nuovo un contatto, ma la donna incurante del periodo vissuto in ospedale, preferisce aggravare la sua posizione sentendosi agitata per i piccoli tentativi di ricerca di un contatto. A questo punto parte la “macchina da guerra” dell’organizzazione che tramite un suo giovane legale letteralmente “guida” la donna in tutte le dichiarazioni che la stessa rende in un aggravamento fatto di episodi di incontri casuali in ufficio e in luoghi pubblici adiacenti ad esso, dichiarando fatti mai provati (presunta presenza sotto casa dell'uomo, dichiarare di non poter più frequentare uomini per timore, agitazione dovuta al semplice sapere che l’uomo lavori nello stesso edificio, auto parcheggiata nello spazio aziendale che le causerebbe agitazione al solo vederla), insomma tutta una serie di dichiarazioni perfettamente conformi alla lettera della legge che perché solo arbitrariamente dichiarati dalla vittima, vengono assunte come prova. Anche i tentativi del legale di richiedere licenziamento e arresto dell’uomo cadono nel vuoto per inconsistenza da parte del GIP. I fatti dichiarati e la forma delle querele sono stranamente gli stessi presenti in decine di altre denunce gestite dall’organizzazione. La donna però nel periodo ha una nuova relazione con un altro collega sposato che vuole mantenere segreta e per cui è disposta a proseguire con l’accanimento contro l’ex compagno. Si svolgono ben due gradi di giudizio dove l’uomo viene condannato con la condizionale (ora ricorrerà in cassazione) e con un risarcimento economico insostenibile per lui. Processi dove in realtà tutti i fatti ascritti all’uomo non verranno mai realmente provati ad eccezione della mail incriminata che a mò di trofeo verrà sbandierata in aula in maniera plateale dal legale della donna. A fronte della seconda condanna e nella più grande disperazione che ha colpito i suoi affetti, la sua credibilità nell’ambiente di lavoro, lo stipendio e il TFR dell’uomo pignorato su richiesta della donna, l’allontanamento della nuova compagna di lui, l'uomo tenta di togliersi la vita fortunatamente con conseguenze fisiche non gravi. Nel frattempo e per nuovi atteggiamenti a sua volta persecutori da parte della donna (inseguire l'uomo nell'ambiente di lavoro e fuori da esso per scattare foto della sua presenza in luoghi dove lo stesso era legittimato ad essere, coinvolgendo nell'illecito addirittura altri colleghi, episodi questi che causano all’uomo problemi cardiologici con principio di infarto), l’uomo procede con denuncia per stalking a suo danno contro la donna. Il PM, riconoscendo l'illecito dei fatti commessi, sta procedendo quindi con rinvio a giudizio della donna in parallelo al processo che l’uomo sta sostenendo.
Ultimamente sono venuti alla luce ulteriori elementi a carico della donna che sembra non curarsi della gravità delle proprie azioni nei confronti dell'uomo. Non ci sono stati ancora forniti dettagli perchè, a fronte di recenti denunce contro la stessa per reati diversi, al momento le indagini sono ancora in corso. Non appena avremo novità sarà nostra cura pubblicarle.
La vicenda soffre, a nostro avviso, del condizionamento mediatico pressante che come abbiamo riportato sopra, è costantemente presente anche nelle sedi giudiziarie. Riteniamo quindi che nonostante l’inconsistenza degli episodi dichiarati dalla donna, nessun giudice voglia realmente prendersi la responsabilità di assolvere un uomo che abbia commesso fatti che di delittuoso hanno poco a che fare. Un domani potrebbe accadere il peggio e nella logica di fare di tutta un’erba un fascio fra casi esecrabili ed episodi di poco conto, si preferisca comunque rovinare un uomo per non dover essere poi indicati quali responsabili. Ma è davvero e per tutti così? Dare peso a dichiarazioni false sull’onda emozionale di una donna con equilibrio che viene certificato instabile (come da documentazione prodotta dalla stessa in sede giudiziaria) alla fine queste vengono assunte come dichiarazioni dogmatiche dove non esiste contradditorio e nel caso ci sia, questo non può godere mai di serenità di giudizio. In questo modo qualsiasi donna che abbia dei conti da regolare con il partner può permettersi di rovinarlo senza appello e così, se leggiamo come sono andate le cose nel caso appena descritto, sembra essere accaduto.
Concludiamo dicendo che prima di pubblicare questo articolo, per correttezza, abbiamo esposto le stesse osservazioni al Presidente dell’organizzazione indicando anche il caso per un suo commento a riguardo.
Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
Lasciamo quindi spazio ai commenti liberi di chiunque voglia esprimere un giudizio in merito.
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Commenti
Ma questa donna ancora non desiste? deve avere un rancore dentro oltre misura. A scherzare con il fuoco però alla fine si finisce per bruciarsi
Non parlateci di queste cazzate. La storia di questa donna e delle sue gesta è uno scherzo. Non può essere che sia successo e lei si sia comportata cosi. Parlateci invece dei casi gravi di violenze psicologiche e fisiche a danno delle donne. Questo caso oltre che essere inverosimile è una presa per il culo. Ma come si fa a dare credito a una donna cosi? Solo quelli dell'organizzazione (ma secondo me lo sanno e ci marciano su questa cosa) e pochi sprovveduti compresi i giudici possono credere alle cazzate di una cosi. Un po' di serietà per favore. Siete una grande delusione se scrivete di casi cosi ridicoli. Lei sembra un personaggio dei fumetti ma in peggio.
E aggiungo, mi sarei aspettata qualche parola su casi noti e gravi come quelli di Giulia Tramontano, Simonetta Cesaroni, Roberta Siragusa, Melania Rea, Elisa Claps, Pamela Mastropietro e tante altre. Dare importanza a chi ci marcia su questa violenza facendosi passare per vittima non restituisce la giusta considerazione del dramma che realmente vivono tante donne. Se la violenza a una donna fossero 4 mail e 2 messaggi in croce il problema della persecuzione contro le donne sarebbe risolto. Putroppo assistiamo a casi ben più gravi e considero un'offesa a queste donne che hanno davvero subito violenza e alla loro memoria, segnalare casi come quello indicato nell'articolo che con violenza e persecuzione non c'entrano nulla. Consideriamolo un caso di squilibrio mentale da parte della donna che deve essere curato e nulla più. Stendiamo anche un velo pietoso sulla condotta dell'organizzazione e del suo legale: ormai è solo una questione di ricerca di visibilità e di soldi senza nulla togliere alle organizzazioni serie che si occupano con impegno di questi casi particolarmente pesanti.
Gentilissima Sara Rotondi, dal momento che ci ha voluto coinvolgere come redazione ci sentiamo in obbligo di doverle qualche spiegazione a risposta di quanto lei ha riportato nei suoi commenti.
Una delle caratteristiche della linea espositiva del nostro sito è da sempre quello di non uniformarci al pensiero comune più diffuso riguardante i fatti di cronaca e attualità che andiamo a presentare. Se avessimo voluto scrivere di casi particolarmente efferati e famosi di violenza alle donne, avremmo proposto un articolo di ben altro tenore. Lo scopo di questo articolo era principalmente presentare, con il distacco professionalmente corretto, delle notizie e delle statistiche reali legate al problema e in coda una vicenda personale particolarmente anomala a supporto della nostra linea di pensiero generale che, le ricordo, tende sempre a presentare tutti gli aspetti generando, ove possibile, un contradditorio. La numerosità e il tenore dei commenti che inaspettatamente abbiamo ritrovato in coda all’articolo, testimoniano che lo scopo è stato raggiunto.
Vorremmo indicare che questa vicenda in particolare ci è stata segnalata da persone vicine ad entrambi, amici e colleghi che quindi conoscono i protagonisti, di certo stimolati dalla situazione disperata dell’uomo che ha portato lo stesso al gesto autolesionistico segnalato nell’articolo. L’uomo non ha dato il suo consenso per essere citato chiaramente astenendosi inoltre da qualsiasi commento in merito. Ci ha però fatto accedere alla documentazione giudiziaria in suo possesso e che lo riguarda che è stata da noi attentamente vagliata e sottoposta al parere del nostro legale per procedere con la pubblicazione dell’articolo. Di contro non avendo alcuna informazione per contattare la controparte per offrire la possibilità a questa di dare la propria versione, abbiamo cercato a suo tempo di passare per l’organizzazione che la sostiene (che conosciamo e che non abbiamo citato nell’articolo), contattando direttamente la responsabile la quale non ci ha dato alcun riscontro.
Siamo dell’idea che offrire la possibilità di dare la propria versione dei fatti è doveroso per chi fa questo mestiere, lasciare la possibilità che un pubblico possa leggere e giudicare commentando, un fatto positivo. Rifiutare ignorando una cortese richiesta di commento può ingenerare una valutazione di poca trasparenza e malafede verso una delle parti citate. In questo caso l’impressione ricevuta è che sia l’organizzazione che la donna citata volessero evitare ogni commento avvalorando proprio questa sensazione rafforzando in noi, e non solo in noi evidentemente, la convinzione che in effetti tutta la vicenda avesse un qualcosa di poco chiaro e strumentale. Crediamo di averlo evidenziato a dovere a partire dalla scelta del titolo.
Ma come si fa a difendere una donna che si scatta delle foto porno che poi spedisce ad un uomo? Alla faccia della dignità femminile, quella donna non ha ritegno ed offende tutte le donne oneste e di sani principi. Mi verrebbe da dire altro! Certo l'organizzazione che la difende non ha scrupoli e mette sotto i piedi anche i principi fondamentali della difesa e della dignità della donna in nome della difesa della donna. Davvero comica questa cosa se non fosse scandalosa, lei è davvero vergognosa.
Sono queste le donne che mortificano la causa che si prodiga nella difesa delle donne. Persone cosi sono realmente pericolose e manipolatrici. Delle narcisiste che farebbero di tutto per consumare e distruggere un uomo, altro che vittime di persecuzione. Chissà se si vergogna delle foto porno che si scatta da sola o magari si fa scattare per esibizionismo! Internet è pieno di pornografia, mancava solo la matta che gioca con le foto hard.
Anni fa erano i rottweiler che aggredivano i bambini e non si parlava di altro. Poi sono spariti i rottweiler. Poi è arrivato il periodo del terrorismo. Tutti i marocchini che giravano in città erano terroristi e tutti a scansarli anche se fino al giorno prima ridevi e scherzavi con loro. Finito anche quel periodo. Poi è arrivata l’Europa a dirci come vivere, cosa mangiare, quante tasse pagare e quanta frutta e verdura distruggere perché se ne produceva troppa e ancora stiamo stupidamente buttando al macero tonnellate di arance. Poi la pandemia come male del secolo e tutti a farsi prima, seconda, terza e quarta dose per scoprire che subito dopo si moriva per miocarditi e malori inspiegabili. Gente che aveva sempre fatto sport più o meno professionista cadeva per terra stecchito senza un motivo apparente e tutti a negare che fosse colpa dei vaccini. Poi l’emergenza climatica e tutti i sindaci a creare ZTL assurde e aree a 30 km/h in città per l’inquinamento, il tutto per fare arricchire le case automobilistiche che devono vendere auto elettriche. Poi hanno cominciato con l’inclusione, la persecuzione contro le donne e la tolleranza di genere e tutti i sessualmente non meglio identificati e i pedofili sono usciti allo scoperto insieme a tante nuove vittime donne perseguitate da parte degli uomini che prima non esistevano. Questo è il momento dove tutte le donne si sentono vittime e approfittando dell’attimo fanno il bello e cattivo tempo contro gli uomini anche per una sciocchezza come nel caso citato. Pedofili e finte vittime di persecuzione sono sullo stesso piano, sdoganate dal pensiero comune imperante, marciano a testa alta incuranti dei danni che stanno facendo. Togliamo pure i crocifissi dalle aule, definiamo la pedofilia come una malattia, consideriamo una dichiarazione di una donna mentalmente compromessa come attendibile come nel caso citato, i veri problemi della nostra società sono altri. Siamo un popolo di pecore che dipende dalle informazioni pilotate che sentiamo in TV, abbiamo portato all’ammasso il nostro cervello, il nostro senso critico e la nostra indipendenza sociale e alla fine ci rimettono solo gli innocenti e chi ancora crede nei valori veri.
Pienamente d'accordo con te. Basta pedofili fluid gender e finte vittime di violenza. Questi sono tutti uguali e non se ne può più!
Hai ragione da vendere. Casi assurdi e situazioni sociali indecorose ormai sono diventati la normalità. Oggi tutte le donne sono perseguitate anche per una cazzata ma che loro vedono come un delitto e tutti a creare il caso. I transgender e i pedofili si associano a queste e cosi si sta creando un clima sociale al limite dell'indecenza. Ridicolo tutto ma nessuno lo dice chiaramente. Rimpiango i rottweiler, almeno quelli il danno lo facevano sul serio.
Rottweiler che mangiano i bambini come i comunisti di una volta. Le donne oggi si mangiano gli uomini e i loro soldi sia durante la relazione che dopo portandoli davanti a un giudice. Hai ragione meglio i rottweiler che queste sciroccate, chiaramente salvando quei poveri bambini
ma si può finire nei guai per una mail? pazzesco. bisogna imparare a scegliersi la compagna perchè di persone normali ce ne sono tante ma mettersi con chi non ci sta con la testa è sempre un rischio. vorrei vedere che danni farà questa donna in futuro visto che da quando era giovane ne ha fatti di casini e mica si cambia quando si diventa vecchi.
Ma si può finire nei guai per una mail? Accade eccome se accade. Considera che non fa differenza una mail o uno schiaffone per la legge italiana che ipertutela le donne in tutti i sensi. Poco può fregare ai giudici se quello ha scritto una mail o le ha dato uno schiaffone, se possono condannare vanno diretti. Mi dirai piuttosto che sapendo una cosa del genere una donna dovrebbe fare attenzione a quello che dichiara. Se all'inizio mette nei guai una persona con delle dichiarazioni non provate poi però potrebbe aspettarsi una bella denuncia per calunnia e secondo me l'uomo farebbe bene a fargliela. Ma vuoi che il casino che ha combinato nell'ambiente di lavoro non si sia venuto a sapere? D'accordo con te, lei è una vita che combina casini e non credo proprio che una donna cosi possa cambiare. Mi auguro che cambi psicoterapeuta perchè non vedo sti grandi risultati
Ma dai, poi parliamo di una donna che si scatta foto porno. Ma di che vogliamo parlare?
Marco fatti un giro sui social e vedrai i post e le foto di queste persone che lavorano in queste organizzazioni più o meno in giro per il mondo. Secondo te le trasferte negli alberghi e i viaggi sono gratis? Bella la vita cosi
Racconto solo un episodio che mi ha toccato da vicino. Una cara amica è stata ospitata in una di queste case rifugio gestite da una organizzazione. Passato burrascoso per violenze dall'ex marito. una volta arrivata li vi è rimasta nemmeno 10 giorni letteralmente scappando via. Situazione ambientale al limite dell'indecenza, psicologi inadeguati che volevano solo mantenere lo stato di ansia della stessa per prolungare il soggiorno, condizionamenti continui su tutto, insomma una specie di prigione dorata dove le regole erano troppo stringenti. Mi chiedo: ma quanti soldi prendono le organizzazioni per questo schifo? Gestirle cosi è assolutamente indecoroso. ho letto di 6 mln di euro ma per fare cosa?
In effetti siamo in un clima sociale molto acceso; basta un nulla per scatenare l'ira delle donne poi passato un po' di tempo tutto cade nel dimenticatoio fino al delitto successivo. E li si scatena l'apparato mediatico con interviste in TV dove non si parla d'altro e articoli sui giornali ma in concreto si fa davvero poco per cambiare questa società. Per l'esempio descritto credo che la donna ci stia un po' troppo giocando con il suo stato e per me non è credibile. Una donna con un passato familiare terribile va compresa ma non l'autorizza ad avvalersi delle sue vicende personali per giustificare il suo comportamento aggressivo per rivalersi con chi non ha colpe. Non è una questione che lei porti sfiga o meno, non mi interessa pensarlo poi su queste cose è sempre meglio non andare ad indagare non si sa mai. Per me è solo una abile e fredda calcolatrice che sa benissimo quello che vuole. Ma questa donna ha mai presentato uno straccio di referto di pronto soccorso per aggressione o lesioni? dove veramente si concretizza la persecuzione a lei? non mi è chiaro. Lei basandosi su dichiarazioni e basta sta scherzando con la vita di una persona sia chiaro e una donna cosi non è affatto una bella persona. Sembra più un atteggiamento di rancore incontrollato e in questo si arriva solo a distruggersi a vicenda.
Gianluca mi sa proprio di si. Certamente questa donna si porta addosso tanta negatività e la riversa su chi ha intorno da quello che leggo. Quel poveraccio è fritto.
Ma questa donna prima il padre in galera poi la madre che l’abbandona e va fuori di testa. Quando si mette con quell’uomo per 10 anni tutto bene, poi quando si lasciano lui si fa la terapia intensiva in ospedale con il covid, viene condannato, perde la nuova donna, perde lo stipendio e alla fine cerca di ammazzarsi. Ma non è che questa donna porta sfiga?
Scongiuriiiii !!
Il clima sociale che stiamo vivendo è delicato e lascia poco spazio alle interpretazioni caso per caso. Credo che i giudici abbiano le mani legate e pur volendolo fare non assolverebbero mai un uomo anche per casi irrilevanti denunciati. Non vi è scampo e si rischia sempre molto quando si entra nelle maglie della giustizia se questa viene interpretata a senso unico. Per il caso segnalato che dire? E' la fotocopia di una vicenda accaduta di recente anche nel luogo dove lavoro: relazione tra colleghi, lei denuncia l'uomo quando si lasciano e lei comincia una nuova relazione con un altro collega. Lui ci sta male e cerca di riallacciare finendo davanti ad un giudice per i suoi timidi tentativi. Lei si affida ad un'organizzazione difesa della donna e lo massacra. Sembra un film già visto. La morale è che questi casi sono più frequenti di quanto si possa immaginare specie nell'ambiente di lavoro e che è sempre meglio evitare relazioni li. Il lavoro è una cosa e la vita privata un'altra, specie se uno dei due non ci sta molto con la testa.
Svolgo l'attivita di psicoterapeuta sistemico-relazionale e come tale ho avuto diversi casi di persone afflitte da problemi relazionali. Non ho mai cercato di risolvere il sintomo del paziente se non identificandolo come punto d'inizio della terapia, ma portare con il tempo lo stesso a vedere il percorso per passare dal suo stato di malessere al benessere personale e del suo contesto relazionale. Se ciò non è accaduto nei confronti della donna citata nel caso vuol dire che l'approccio psicoterapeutico ha mancato l'occasione di restituirle lo stato di benessere necessario per godere della giusta lucidità per affrontare le situazioni relazionali. Probabilmente se la stessa ha avuto un percorso psicoterapeutico lungo con lo stesso specialista, questo poteva non essere adeguato per lei. Il danno però si vede a distanza di tempo o con le reazioni di scollamento dalla realtà della donna oppure con la presenza di uno stato incontrollato degli eventi che la porterebbe a giudicare ciò che le accade in maniera falsata con tutte le conseguenze del caso. Io sarei portato a pensare ad entrambe le possibilità dove la realtà è una cosa e la supposizione di ciò che le può essere accaduto un'altra. Nulla di irrimediabile se non ci fosse di mezzo un danno contro una persona, come quello citato, passante per un tribunale penale. In questi casi la donna continuerebbe a sentirsi nel giusto per ciò che è accaduto perdendo di vista l'amplificazione fattuale della sua azione. Solo un giudice dovrebbe poi ricostruire il dettaglio delle situazioni personali e restituire la giusta dimensione al caso ma dubito che un giudice abbia voglia e tempo di farlo quindi la strada più veloce e quella che tutela di più la decisione giudiziale è sempre condannare.
Pippetto90 sono d'accordo con te. Le donne hanno una grande arma di persuasione e sappiamo cos'è. Questa donna in particolare ne avrà avuta una nucleare per tenerlo legato tanti anni. Stupidi noi uomini che ci caschiamo sempre!
Caso descritto davvero singolare. Una donna che per tener vivo un rapporto deve scattarsi delle foto porno o è una esibizionista di natura oppure una grande insicura con la paura di perdere l'uomo con il quale sta. Donne del genere sono pericolose a prescindere: oggi sono amorevoli e disponibili, domani diventano delle spietate iene. Fa specie che lui in tanti anni non abbia mai capito con chi aveva a che fare o forse lei avrà sempre utilizzato degli atteggiamenti convincenti per tenerselo. Ora l'uomo ne paga le conseguenze per questa sua superficialità e l'aver reagito scrivendo queste mail non troppo gentili, immagino, è solo sintomo del tradimento di lei; in questi casi chi si sentirebbe di condannare una reazione disperata? Lei certamente si visto che ha dimostrato insensibilità e pelo sullo stomaco alto cosi. Stai con un uomo per 10 anni e quando questo rischia di morire non ti preoccupi nemmeno per lui? andiamo. Cadere poi nelle maglie delle organizzazioni di questo tipo significa avvalorare lo scopo per il quale queste esistono e non sempre sono intenti cristallini. Certo l'assurdità della cosa è evidente, spero vorrete pubblicare eventuali aggiornamenti della vicenda.
@RuggeroSollima sarà nostra cura pubblicare eventuali aggiornamenti di questa vicenda, che vediamo ha alimentato un acceso dibattito con i commenti pubblicati, qualora accadessero ed eventualmente segnalati dagli interessati.
Preghiamo i nostri lettori di mantenere un linguaggio consono grazie.
Il commento precedente non è stato rimosso ma solo censurato.
tira più un pelo di (contenuto rimosso) che un carro di buoi.
cog....ne lui che si è fatto abbindolare da una donna cosi!
Secondo me la donna in quello stato psicologico compromesso è vulnerabile quindi qualsiasi azione fosse una parola, una mail o una presenza può essere vista da lei come una minaccia. Queste sono aggravanti contro l'uomo che conoscendo il suo stato poteva evitare. Su una donna cosi fanno un altro effetto ricordiamocelo. Credo che la condanna sia giusta però di contro consideriamo che siamo nel penale e in fondo si rovina un uomo per episodi poi non cosi rilevanti. Il dubbio è quanto lei abbia realmente giocato con questo suo stato emotivo? Dopo 10 anni scoprire che l'uomo che hai accanto è una minaccia mi sembra davvero pretestuoso e ha ragione @Roberto Vinci che scrive che la vicenda nasconda qualcosa di non detto. Forse coprire la nuova relazione della donna? Forse rancore e vendetta da parte di lei? Forse aver voluto tentare un riavvicinamento a tutti i costi da parte di lui? Tutto sbagliato o legittimo chi può dirlo? In fondo per amore si prova tutto e l'accanimento di lei misto ad odio non vi è dubbio, sembrerebbe una forma diversa di forte sentimento d'amore, tossico ma sempre sentimento altrimenti sarebbe distaccata indifferenza, è sicuro. È una questione di mancata comunicazione tra i due, è evidente.
Stiamo esagerando con questa cosa delle donne che per uno starnuto storto si sentono vittime. La violenza contro le donne è una cosa, rovinare per scopi personali un uomo è un'altra. Possibile che i giudici non riescano a vedere come stanno le cose? Lei è da ricovero e il suo avvocato dovrebbe tornare a studiare. Ma è sempre una questione di soldi e di visibilità. Quella povera scema si è prestata alla grande. Non so che dire, un caso che ha dell'assurdo.
Ma chissà cosa avrà scritto davvero in quella mail. Questi sono uomini di me..a
Qualche mese di galera non gli farebbe male. Gli uomini sono tutti cosi ed è venuto il momento di colpirli senza pietà. Ha fatto bene lei che è stata anche troppo morbida!
Siamo tutte con te cara.
Forza, LGBT Forever!
Interessante tutto, siamo realmente al teatro dell'assurdo. Il caso segnalato ha dell'incredibile ma questa è la società che ci meritiamo. La giustizia è davvero un concetto legato al passato e con questo anche il coraggio di vedere le cose come sono. Mi spiace per le persone citate, lei non credo abbia poi tutti i sentimenti ma con un passato cosi si spiega tutto. Che sia realmente furba o matta non saprei dire, il danno lo sta facendo. Le organizzazioni poi ci sguazzano alla grande in queste situazioni.
Complimenti per questo nuovo blog rinato dal precedente. State facendo un ottimo lavoro come negli anni scorsi. Il nuovo nome "Il Rovescio dei Fatti" mi sembra davvero appropriato. Grazie per avermi segnalato il sito da seguire. Estenderò ai miei amici il link. In bocca al lupo!
Gli articoli già molto interessanti, continuate.
Senza parole. Arriveremo al punto che solo per un'occhiata ad una donna in minigonna ti arresteranno! Ormai queste presunte vittime la fanno da padrone. Qualsiasi cosa dicano con un po' di agitazione viene presa per oro colato. Poi se sono matte di loro ancora di più.
@Fabio sono d'accordo con te. Una cosi capisci subito che è matta e non devi aspettare 10 anni. Magari aveva altre doti, che ne sai?
@RobertoVinci forse si ma considera che non abbiamo a che fare con due persone normali. Lui che per una condanna cerca di ammazzarsi lei che non ci sta affatto con la testa. E dai, un accordo sarebbe ideale per le ragioni che hai detto ma fra persone lucide e orientate. Questi due mi senbrano dissociati dalla realtà e pronti per il manicomio (se esistessero ancora)!!
Secondo me hanno sbagliato entrambi. Arrivare a tanto nasconde qualcosa non vi è dubbio. Lui a scrivere lei ad inventare cose. Ma non sarebbe più facile trovare un accordo e risparmiare soldi dei contribuenti in processi lunghi anni che non porterebbero a nulla se non a far diventare ricchi avvocati ed organizzazioni?
Sono un avvocato anche io. Ho avuto cause molto simili a quello descritto nel caso sopra riportato. Donne che hanno maltrattato fisicamente e psicologicamente i loro compagni anche in maniera pesante. Putroppo non è stato sempre facile ottenere una condanna per la donna. Un caso come questo dove lo stalking a danno dell'uomo viene perpetrato senza timore di incorrere in un illecito autorizza la donna indicata a fare ciò che vuole forte del fatto che un giudice difficilmente la perseguirà. A fronte quindi di comportamenti irrilevanti da parte dell'uomo e di pesanti atteggiamenti della donna, non mi stupisco che l'uomo venga condannato e la donna la passi liscia. E' il clima che viviamo che la mette al sicuro ma di fatto la donna è condannabile anche applicando i semplici principi di legge. Mi auguro che ciò avvenga una volta rinviata a giudizio. E' il classico caso dello stalking al contrario. Ciò aprirebbe uno spiraglio positivo, imparziale e lucido circa i criteri di applicazione della legge identificando davvero dove sono presenti comportamenti illeciti e dove no. Chiaramente non parliamo di eventi gravi ma anche con quanto è stato esposto sembrerebbe che i giudici avvalorino la tendenza di rovinare un uomo in presenza di stati psicologici gravi da parte della donna senza porsi troppi scrupoli. La trattazione precedente è interessante. Cosa c'è dietro alle organizzazioni che difendono le donne, è cosa nota. Non è mai rosa ciò che luccica mi sembra un titolo azzeccatissimo!
Altro che matta o instabile! Questa donna è solo una gran furbacchiona. Si fa un nuovo collega/amante e si fa pagare le "attenzioni" di 10 anni di relazione da amante, dal vecchio. E voi tutti a compatirla!
Mai perdere la fede. Il buon Dio è semore vicino a chi soffre e il bene più prezioso che ci ha donato, la vita, non può essere sacrificata per momenti di scoramento. A lui dico, coraggio alza la testa e reagisci anche con una preghiera che verrà sicuramente ascoltata.
Articolo davvero interessante. Sono d'accordo con le dichiarazioni del Prefetto Messina. Ormai il clima è quello che è. Non è facile mantenere lucidità di giudizio se poi, come nel caso descritto, si appesantisce il carico accusatorio sull'onda emozionale di ciò che accade fuori e anche per l'aggressività di legali d'assalto.
Oggi queste organizzazioni fanno del bene ma con il tempo detteranno la condotta giudiziaria in negativo a scapito di casi "border line" (come sono stati definiti) alimentando una caccia alle streghe ingiustificata.
E poi accade che un uomo cerchi di ammazzarsi per essere diventato di botto un delinquente etichettato.
Mala tempora currunt...
Agitazione per una macchina pacheggiata? timore per una mail? ma per favore sii seria che sei poco credibile! Donne come te mortificano la causa di impegno in difesa della donna, del lavoro serio che facciamo tutte noi. Ci sono donne che davvero sono sotto pressione psicologica e fisica da parte di uomini violenti. E dietro di te gli avvocatuncoli che cercano di fare clamore sfruttandoti e tenendoti sulla corda. Apri gli occhi bella che i veri casi di violenza sono molto più gravi del tuo che fa davvero ridere.
Ma che ne sapete di come una donna psicologicamente instabile può sentirsi? Matta o non matta merita considerazione e cure psichiatriche, certamente. Forse una semplice mail per una donna cosi può essere vista come una pistola e per questo ha avuto paura. Di certo sarebbe consigliabile per lei curarsi. Oggi è toccato a quest'uomo e domani può accadere ad un altro che abbia a che fare con una donna cosi instabile. Il metodo di approccio relazionale di una donna, come quella descritta, non cambia. Complimenti per l'articolo che è dettagliato e imparziale.
Secondo me lui doveva capire prima dei 10 anni che aveva a che fare con una matta e lasciarla prima.
Sono un avvocato. ci sono colleghi seri che lucidamente e con competenza svolgono la loro professione ed altri che cercano solo visibilità in contesti delicati che meriterebbero maggiore cura nello scegliere la strategia. In genere questi ultimi sconfinano spesso il limite della deontologia. Il caso è davvero anomalo e il clima sociale non è dei migliori certamente. La donna è al momento tutelata sotto ogni punto di vista legale e non ma non per questo ritengo sia corretto che falsità e atteggiamenti "talebani" (come è stato riportato nell'articolo, debbano compromettere l'onestà intellettuale di giudizio e di coscienza. La signora citata nel caso dell'articolo ha sicuramente dei problemi personali pesanti che andrebbero considerati anche alla luce di una giusta applicazione del diritto. Temo che questo sia solo una illusione e di questo sia la signora che il suo legale ne sono sicuramente consapevoli. Non a caso sono sempre queste organizzazioni ad occuparsi per l'aspetto legale di queste cause e sempre meno legali non legati ad esse. L'articolo mi sembra molto preciso e mette in risalto aspetti che si conoscono poco, il business che esiste dietro il funzionamento di queste organizzazioni onlus che sta diventando sempre più remunerativo per loro.
Deve marcire in galera quell'uomo, senza se e senza ma.
ma la donna si è accorta dopo 10 anni di avere un uomo pericoloso accanto? ummm mi sa che voleva solo i soldi per farsi un bel viaggio con il nuovo amante.