Acqua Potabile: cosa davvero ci beviamo?
Acqua del rubinetto che scorre nelle nostre case e che poi finisce sulle nostre tavole: una realtà a volte che vale la pena ricordare analizzando un po' più nel dettaglio la qualità dell'acqua stessa.
Prenderemo in esame la situazione nella zona di Roma e dintorni, illustrare la provenienza di quest'acqua, gli acquedotti e le analisi che nel tempo sono state effettuate per mantenere a livelli accettabili i valori delle varie sostanze presenti.
La società che gestisce la raccolta e la distribuzione dell'acqua potabile nella zona di Roma è l'ACEA Ato 2.
Acea dichiara l'ottima qualità dell'acqua distribuita nelle case dei Romani raffrontandola, per esempio, con i livelli di residuo fisso medio presente nelle acque oligominerali in commercio.
Per un'acqua minerale acquistata il valore medio del residuo fisso è poco sotto i 500 mg/lt mentre per l'acqua corrente che scorre nelle nostre tubazioni il valore si attesta intorno ai 347 mg/lt.
Vista cosi sembrerebbe un'acqua di qualità eccellente!
Acea dichiara altresì che l'acqua prelevata nelle zone di Roma e Fiumicino, data proprio l'ottima qualità, non necessita di trattamento di potabilizzazione preliminare e che quindi cosi come sgorga dalle fonti (Peschiera-Capore, Appio Alessandrino, Simbrivio, Marcio, Laurentino, Nuovo Vergine e Doganella, che da soli coprono all’incirca il 90% dell'utenza di Roma e provincia), è pressochè perfetta per la distribuzione.
Sarà poi vero?
Intanto diciamo subito che il monitoraggio della qualità dell'acqua di Roma è costante, ma Roma soffre di una rete idrica non ottimale. Le cause che concorrono ad abbassare il livello qualitativo dell'acqua distribuita sono molteplici.
Le variabili infatti che possono influire sulla potabilità dell’acqua sono molte, dove spesso gli impianti di trattamento e le reti di distribuzione sono molto vecchi. Inoltre la qualità dell’acqua spesso varia molto anche da zona a zona in città.
In pratica, l’acqua che esce dai rubinetti della Capitale, nelle intenzioni delle autorità di controllo dovrebbe essere pura, inodore e insapore, ma molto spesso non lo è, per vari motivi, tra cui:
- La presenza di cloro e altre sostanze chimiche utilizzate per la disinfezione dell’acqua può influire su sapore e odore.
- Metalli pesanti e pesticidi, spesso rilevati nelle analisi dell’acqua di Roma, anche se al di sotto delle soglie di legge, influiscono comunque sulla sua salubrità.
- I problemi ai sistemi di approvvigionamento o un’insufficiente disinfezione possono favorire la proliferazione di batteri, virus e altri contaminanti.
- La mancata manutenzione degli impianti, guasti a tubature o reti fognarie possono causare contaminazioni.
- La mancanza di sistemi di trattamento adeguati in alcune zone della città possono causare problemi in determinate aree.
Se non consideriamo l'età dei primi acquedotti romani realizzati nella Roma antica (si parla dell'acquedotto Appio di 20km che sorgeva in zona Prenestina ed è datato 312 a.C.) l'ultima ristrutturazione importante della rete idrica romana è inizio degli anni '30 dello scorso secolo durante il Fascismo.
Un dato allarmante però riguarda il famigerato Arsenico eventualmente presente nell'acqua potabile.
E' una vecchia diatriba fra chi sostiene che l'arsenico sia comunque presente in tutte le acque distribuite o in commercio (il che è vero) e chi invece afferma che la quantità di arsenico presente nell'acqua (in quantità elevate) autorizzarebbe a non considerare più quell'acqua potabile.
La concentrazione massima di arsenico nell'acqua potabile è stata fissata a 10 μg/L dall'OMS e dalla Direttiva 98/83/CE poichè viene ritenuto che livelli di arsenico più elevati possano comportare rischi per la salute in modo strettamente dipendente dalla durata dell'esposizione. Il precedente valore era di 50 μg/L.
L'Italia ha però fatto espressa richiesta di deroga a questo valore in virtù di un impegno di adeguare gli impianti di depurazione e distribuzione dell'acqua potabile. Questa deroga ha fissato nel periodo 2003 - 2009 i valori a 15, 20, 30, 40 o 50 μg/L in attesa di adeguamento. Non ci è dato di sapere se nel tempo questi impianti in Italia siano stati effettivamente adeguati.
La presenza di arsenico nell’acqua destinata al consumo umano è legata prevalentemente a processi naturali di rilascio dei minerali presenti nel suolo (rocce vulcaniche e minerali ferrosi). Le concentrazioni più elevate di questo elemento si riscontrano principalmente nelle acque sotterranee.
Con l’assunzione di acqua potabile, considerando l’attuale limite legale di 10 µg/L, un adulto di 60 kg per esempio è esposto giornalmente a circa 20 μg di Arsenico (0.33 μg/kg peso corporeo).
L’esposizione ad acqua potabile con elevate concentrazioni di Arsenico (> 200 – 2000 μg/L) è associata ad un aumento di incidenza di patologie tumorali a carico del polmone, della pelle e di organi interni, ed anche di alterazioni cardiovascolari e della pelle con cambiamenti della pigmentazione e sviluppo di cheratosi nelle parti non esposte al sole e vasculopatie agli arti, con conseguenze di cancrena agli arti inferiori.
L’induzione di tumori da parte dell’Arsenico è l’effetto che desta maggiori preoccupazioni, anche se i dati epidemiologici disponibili (fino al 2010) sugli effetti relativi ad esposizioni ad acque potabili con concentrazioni di Arsenico < 100 μg/L, sono contradditori.
Insomma il problema non è di facile soluzione sia perchè i tempi troppo stringenti di adeguamento degli impianti in relazione alla modifica dei valori tollerabili, realisticamente non potevano essere rispettati, sia perchè in una rete idrica obsoleta (si veda quella di Roma) gli investimenti e la manutenzione della stessa non hanno mai affrontato in maniera determinata la risoluzione del problema. La politica di intervento sulle condotte è di tipo "on demand" e mai davvero strutturale.
IL CASO
Un caso che ci è stato segnalato è relativo ad uno studio condotto dall'Università degli Studi di Roma - La Sapienza su incarico della ASL RmH circa la quantità di Arsenico e Fluoro presenti nelle acque potabili della provincia di Roma (comuni area Castelli e limitrofi e zona Roma Nord). Ciò si è reso necessario per puntualizzare la reale situazione presente nell'acqua di queste sostanze in relazione alla deroghe richieste dai vari comuni di innalzare a 20 μg/L il valore tollerabile una volta che la Comunità europea e l'OMS avevano abbassato il valore a 10 μg/L.
Le analisi e gli studi effettuati rivelano uno scenario allarmante che vi riportiamo in fondo.
ll contesto riguarda 11 comuni pari a circa 250.000 persone interessate. Le cause dichiarate di questa mancanza di adeguamento è sempre legata a motivi economici (non ci sono fondi per effettuare controlli seri, per fare prevenzioni circa l'operatività degli impianti, la metodologia di accertamento non è sempre omogena).
A questo vanno aggiunte le forti incertezze giuridiche circa i tempi di vigenza delle deroghe, non uniformità dei provvedimenti per informare la popolazione oltre alla scarsa tempestività per affrontare la problematica delle deroghe con lo scopo di risolvere i problemi strutturali presenti.
E questa è una realtà che investe la zona nord e sud di Roma, da Viterbo a Latina passando per la Capitale e per i comuni dei Castelli Romani.
Per un maggiore approfondimento vi rimandiamo al documento ufficiale dell'ASL che ha dettagliato i passi dello studio condotto dall'Università La Sapienza
https://www.aslroma6.it/documents/20143/60370/03GNZ7~0.PDF
Lasciamo quindi spazio ai commenti liberi di chiunque voglia esprimere un giudizio in merito.
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Commenti
Mi avevano assicurato che l'acqua a roma fosse ottima. Leggo tutto questo e rimango di sasso. chissà quanti danni ha fatto usare quest'acqua negli anni. Grazie per avermi dato queste informazioni ora saprò come regolarmi.
Finalmente qualcuno che ha capito l’importanza dell’acqua, che ha fatto un’analisi specifica dell’acqua “potabile “. per mia fortuna, visto che sono sempre alla ricerca dell’qualità in tutto ciò che faccio o, in questo caso bevo, partendo da alcuni documentari e da ricerche nel web su vari medici che si sono occupati dell’alcalinità dell’acqua, nello specifico dell’acqua ionizzata antiossidante, ho investito sulla mia salute ed ora dal mio rubinetto esce acqua pura, alcalina antiossidante ad idrogeno molecolare.. Grazie per l’articolo
In zona castelli per esempio vedo spesso lavori per strada dopo che si sono aperte perdite di acqua che scorre per giorni e giorni. Quando ripristinano, per almeno 2 giorni arriva acqua marrone nelle case ed è impossibile poi utilizzarla nemmeno per fare una doccia. Non posso credere che a regime l'acqua sia sempre incontaminata e quindi credo al fatto che la rete idrica faccia buchi da tutte le parti.
Ho smesso di bere l'acqua del rubinetto da anni ormai. Ho sempre avuto il sospetto che non fosse pura al 100%. Sapere che contiene tutte quelle sostanze tossiche mi ha allarmato e spendere un capitale in bottiglie d'acqua minerale sta diventando un costo. Ma perchè non fanno qualcosa per farci sentire più tranquilli?